Article

“In order to mantain a tollerant society, the society must be intollerant of intollerance.”
Karl Popper

Vi siete mai chiesti cosa c’è alla base di un Paese che non conosce conflitti e di conseguenza con un alto tenore di vita?

Qualcuno potrebbe rispondere: ricchezza.

Altri direbbero: buona organizzazione politica.

Ma se ci soffermassimo sui singoli comportamenti umani, la risposta non potrebbe forse celarsi dietro alla tolleranza?

Se fosse davvero così, allora di cosa parliamo quando parliamo di tolleranza? E come si manifesta?

Wikipedia la definisce come il termine relativo alla capacità di sopportare, senza esserne danneggiati, qualcosa che di per sé potrebbe essere spiacevole o dannosa. Ed in senso sociologico, si manifesta in chi, teoricamente e praticamente, mostra rispetto nei confronti di coloro che pensano e agiscono credendo in diversi principi relativi alla religione, alla politica, all’etica, alla scienza, all’arte e alla letteratura.

Evekyn Beatrice Hall racchiude questo principio dietro la frase:

“Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.”

Ma quante sfumature ci sono dietro la tolleranza?

In molti sono a credere che essere tollerante significa non curarsi di quello che accade attorno a noi, come se fossimo neutri a ciò che ci circonda.

Ma quante sfumature presenta davvero e come capire se una persona è tollerante oppure no?

La risposta la si può ottenere solamente esaminando una situazione specifica:

Siamo seduti nel bus ed accanto a noi, una persona che non presenta un buono odore. Come agite?

    • Mi tappo il naso facendo finta di nulla.
    • Insulto aggressivamente e cambio posto.
    • Cerco di analizzare le circostanze e cosa può aver portato quella persona ad emanare quell’odore.
    • Va bene così, la mia fermata arriverà presto.

Dietro la scelta (A), si cela un comportamento passivo. Non vi cura tanto il problema, l’importante è che non ci siano ripercussioni su voi stessi.

Dietro la scelta (B) vi è un comportamento aggressivo. Non vi dà fastidio tanto l’odore, ma è fondamentale farlo notare anche agli altri umiliando la persona.

Dietro la scelta (C) troviamo la persona tollerante che non cerca di cambiare la situazione, ma quanto meno cerca di capire cosa succede e decide di agire di conseguenza.

Dietro la scelta (D), colui/lei che è disposto ad accettare tutto.

Come affrontare l’intolleranza?

La linea della tolleranza è così tanto invisibile che facilmente ci si inciampa.

La tolleranza all’intolleranza specialmente è la più complicata. Si sa per certo che essa per funzionare deve essere praticata da ambo i lati, seppure in percentuali diverse.

Quindi, cosa succede quando la persona di fronte a noi è del tutto incapace di tollerare?

Quello che è consigliato fare è contare fino a 10, analizzare la situazione ed agire di conseguenza in base al singolo background dell’individuo.

La tolleranza finisce quando viene compromessa la propria salute mentale e fisica assieme alla propria libertà.

Quando viene danneggiata la propria persona allora è bene diffidare dall’intolleranza ed agire istantaneamente … però se fosse possibile predirlo prima che diventi ovvietà è bene seguire il consiglio di Bob Dylan:

“Mai fare o dire qualcosa, che la persona che sta davanti a te non può capire.”

Analizzate chi vi sta di fronte e fatevi analizzare, capite e fatevi capire.

Solamente così si possono creare le fondamenta di una sana società.

Lucya Passiatore

Le foto ed informazioni qui riportate sono state ottenute dal progetto “Tollerance 360°” cofinanziato da Erasmus+ in collaborazione con InterCollege di Aalborg (Danimarca) ed ETV EuroTreviso.